Galvano, Levi Montalcini, Scroppo, Carol Rama, Davico, Gorza
7 dicembre 2023 – 28 febbraio 2024
Inaugurazione 7 dicembre ore 18:00
La Fondazione Giorgio Amendola di Torino propone, dal 7 dicembre 2023 al 28 febbraio 2024, una mostra a cura di Luca Motto, dedicata al pittore torinese Piero Rambaudi (1906-1991) attraverso una trentina di opere. Rambaudi è posto in dialogo con sei figure di grande rilevanza all’interno della pittura astratta piemontese e italiana: Albino Galvano, Paola Levi Montalcini, Filippo Scroppo, Carol Rama, Mario Davico e Gino Gorza, per un arco cronologico che prende avvio dalle ricerche artistiche del dopoguerra e si conclude intorno ai primi anni Settanta.
La mostra è realizzata grazie alla generosa collaborazione di collezionisti privati ed enti come la Galleria del Ponte di Torino e la Civica Galleria Filippo Scroppo di Torre Pellice. Questa esposizione si inserisce a pieno titolo nel filone espositivo, da anni consolidato da parte della Fondazione Amendola, dedicato alla riscoperta di importanti figure della scena artistica torinese, tra cui: Luigi Spazzapan, Carlo Levi, Albino Galvano, Nicola Galante, Francesco Casorati, Francesco Tabusso, Nino Aimone, Filippo Scroppo.
LA MOSTRA
L’ultima grande personale torinese dedicata a Piero Rambaudi, risale al 1999 con la cura della Galleria del Ponte e della Galleria Martano con testi critici di Pino Mantovani e Franco Fanelli.
La retrospettiva presentata in Fondazione Amendola permetterà al pubblico di riscoprire una fondamentale figura all’interno dell’astrattismo italiano in dialogo con altri artisti artiste piemontesi: Albino Galvano, Paola Levi Montalcini, Filippo Scroppo, Carol Rama, Mario Davico e Gino Gorza.
Tre sono i momenti chiave, sviluppati in altrettante sezioni, che inquadrano Rambaudi e i sei artisti a lui vicini e narrano una linea di sviluppo dell’astrattismo torinese: il vitalistico avvio delle ricerche astrattoconcrete (circa 1947-1955); il passaggio all’informale (circa 1955-1965); le dimensioni programmatiche e scientifiche e le tendenze oggettuali (circa 1968- primi anni ’70).
Nello specifico, la retrospettiva dedicata alla ricerca di Rambaudi si apre con esempi di sculture figurative realizzate negli anni Trenta, per poi proseguire con alcune prove pittoriche astratte dell’immediato dopoguerra. Si seguita con una sezione dedicata agli anni Cinquanta con monocromi dell’inizio del decennio, opere figurative, raffinatissimi collages. La mostra prosegue poi con i lavori prodotti nel periodo di intensa collaborazione con la galleria torinese di punta Notizie gestita da Luciano Pistoi: dalla serie “Le Varianti” (fine anni Cinquanta), agli oli più materici della prima metà del decennio Sessanta. La mostra si chiude con alcuni lavori della fine degli anni Sessanta vicini alle coeve ricerche programmatiche dove la dimensione scientifica e matematica di progettazione diviene predominante sulla pittura.
Nel mese di gennaio 2024 verrà presentato il catalogo della mostra.
La mostra sarà visitabile nei seguenti giorni e orari: dal lun al ven 9:30–12:30 / 15:30–19
sab 10 –12:30
INGRESSO LIBERO
Per info: +39 0112482970 info@fondazioneamendola.it
PIERO RAMBAUDI (Torino, 1906-1991)
Frequenta giovanissimo laboratori di artigiani e lo studio di Leonardo Bistolfi, sviluppando forte interesse per le materie e la loro elaborazione. Mentre il contatto con la produzione industriale (dal 24 al 57 dirige le cartiere Bosso di Mathi) alimenta “un ottimistico entusiasmo nei confronti della tecnica e della scienza” (E. Longari, 1999).
Nel 1932 conosce a Berna l’opera di Paul Klee. Con una serie di disegni astratti si presenta ad una mostra del gruppo artistico dell’Yuca di Torino, e nel ’38 realizza il ciclo grafico delle Gerarchie Celesti. Per tutti gli anni Trenta la scultura continua ad essere il suo maggiore impegno, sono di quegli anni tanto le Figure, che propone nel ’37 alla Cucina Malati Poveri e nel ’39 alla Zecca di Casorati e Paulucci, quanto alcune piccole sculture astratte, ora alla GAM di Torino.
Ancora da scultore esporrà alla Galleria Chichio Haller di Zurigo e sarà invitato da Casorati alla Galleria/Libreria del Bosco nel ’46/47, proponendo i frammenti salvati a Berzano S. Pietro durante la guerra. Presente alla I Mostra internazionale dell’Art Club, Torino 1949, organizza una serie di personali a Stoccarda, al Grifo, Torino (1951), nel Foyer del Teatro di Heildeberg e alla Galleria Bergamini, Milano (1952), a Monaco di Baviera (1954), alla Galleria Lattes di Torino (1956). Del ’55, la cartella Viaggio sul fiume, presentata da G. Nicco Fasola; il critico che accompagna Rambaudi e A. Dragone.
Nel ’58, E. Crispolti pubblica sulla rivista Notizie, organo della galleria omonima di L. Pistoi, un saggio su Rambaudi, che insiste sul suo lirismo, fatto di “durata e risonanza emotiva”. Per una personale alla Galleria di Stato di Zagabria, 1960, realizza una serie di collages. Del 59 la prima mostra alla Galleria Notizie con introduzione di G. Marchiori e la presenza alla mostra Arte Nuova a Torino, curata da Pistoi e Tapié al Circolo degli Artisti, e la personale al Milione di Milano (testo di Fr. Russoli). Del 60 una personale di oli alla Loggia di Bologna (pres. G. Marchiori); del ’62 la seconda personale a Notizie, con testo di C. Lonzi, che ancora lo presenta nella stessa galleria di Pistoi nel ’65. Nel ’66 avvia Indagini su una superficie, che prosegue in Progetti di Pittura, pubblicati nel 69 con saggio di A. Dragone. È sempre più impegnato a chiarire che il significato del suo lavoro consiste nel processo, anziché nell’esito; in questa direzione, comincia a collaborare con l’Istituto di Matematica del Politecnico di Torino per individuare tutte le possibili varianti di un tema; i materiali però restano quelli tradizionali: olio, tempera, aniline, su tela e carte; rispetto all’iconografia, punti linee forme elementari. Di particolare importanza, a detta dello stesso artista, le mostre alla Galleria Gap di Roma, 1970, e alla Galleria Martano di Torino, con opere realizzate dal ’66 al ’72. L’ultima mostra è accompagnata da un catalogo ricco di interventi (F. Russoli, E. Battisti, F. Rosso, M. Pistoi) e di note tecniche dell’artista.
Sintesi del lavoro di Rambaudi, due mostre pubbliche, curate da P. Fossati: la prima, del 1977, con ricca antologia critica in catalogo, al Foyer del Piccolo Regio di Torino; la seconda, del 1988, al Circolo degli Artisti. Ultima ampia personale, quella curata dalle Gallerie Martano e Del Ponte nel 1999, con testi di F. Fanelli, P. Mantovani, M. Rosci e una accurata biografia di E. Longari.