Dall’8 al 22 settembre 2022 a Torino presso la Sala Mostre dell’Associazione Lucana Carlo Levi e della Fondazione Giorgio Amendola.
La Fondazione Giorgio Amendola presenta una mostra dedicata a Pino Mantovani. Dodici opere costituiscono il corpo della rassegna intitolata Attese.
Biografia
Mi trovo ad avere quasi ottant’anni, non so come, improvvisamente. Certo, perché gli anni ci passano sopra e attraverso senza chiederci il permesso, e anche perché non sono mai stato bravo a farlo diventare almeno un poco mio, il tempo, e imbrigliarlo: per scarsa lucidità, per pigrizia, per distrazione. Eppure di cose ne sono successe parecchie, più di quelle che ricordi. Ho sempre affermato che la pittura è stato il mio interesse principale, coltivato per tutta la vita: come praticante, come voyeur, come studioso. Se fossi stato più serio e sistematico sarei potuto diventare, forse, un buon artista o un buon critico o un buono storico; ma in fin dei conti sono rimasto nel guado, per scelta o per deficienza, curioso abbastanza e presuntuoso da usare tutte le prospettive senza rinunciare a nulla, con i mezzi che nemmeno mi preoccupavo di affinare e approfondire, salvo che per l’uso immediato che ne facevo di volta in volta. Specialmente adesso che vorrei tirare le fila e dare un senso unitario alle varie esperienze – mentre il giudizio degli altri, perfino degli amici, mi mette alle strette – riconosco anzi affermo d’essere restato un dilettante. Devo dire che questa condizione a volte mi deprime come la prova di un fallimento, a volte mi inorgoglisce: il dilettantismo come metodo, che nella modernità trova una giustificazione e una funzione antispecialistica. per quanto sappia che il “grande dilettantismo” è altra cosa, anche quello che io pratico, nei suoi limiti, è un esercizio di libertà. nella pittura, esso mi consente di muovermi senza troppi complessi tra nobilissimi anche contrastanti modelli, con gli strumenti di cui dispongo. Spero con un poco di cultura, di intelligenza e d’ironia.
Essere stato docente al Liceo artistico e all’accademia di torino in storia e critica d’arte mi ha comunque obbligato a mettere un certo ordine nel mio “sistema”. non ho seminato così male, se ancora ho rapporti con alcuni ex allievi, che si ricordano, a distanza di decenni, di cose che avrei detto, di indicazioni e suggerimenti che avrei dato, degni d’essere approfonditi e sviluppati. La scuola è stata occasione di incontri fondamentali, e, fuori della scuola, la frequenza di ambienti e personaggi di gran rilievo non solo per me: sempre dialogando su temi dell’arte, perché più di tutto mi piace fare pensare e parlare pittura. non sono riuscito o non ho voluto diventare un professionista; alla fine mi accetto per quel che sono: pino mantovani, pittore che scrive, scrittore che dipinge, un po’ timido un po’ aggressivo, a volte piuttosto oscuro anche contradditorio; affascinato dalla sintetica formula liciniana “erotico, eretico, errante”, come dai manierismi storici, quelli almeno che mirano non una meta-pittura ma una iper-pittura.
Pino Mantovani
Inaugurazione giovedì 8 settembre alle ore 18
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In contemporanea verrà inaugurata anche la mostra antologica di Giovanni Pallini, quattordici opere dello scomparso artista romano.
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