Enrico Morando e Mario Deaglio discutono del libro “Tra accoglienza e pregiudizio”

Domenico Cerabona | 20 Maggio 2019

 

Questo libro nasce per riflettere sulla drammatica vicenda di Sacco e Vanzetti, usandola come un pretesto per raccontare questa storia più complessa e larga: la vicenda di un paese denso di problemi e contrasti, ma da sempre un luogo del dialogo e del confronto, dei benvenuto e degli addii. La migrazione, con buona pace dei vecchi e nuovi costruttori di mura, è uno dei principali elementi costitutivi dell’identità nazionale italiana, se non addirittura il principale contributo per la costruzione di un’Europa finalmente unita e pacificata. 

Tutto è iniziato da una mostra promossa dalla Fondazione Giorgio Amendola per rammentare i novant’anni dalla sedia elettrica di Charlestown, usando soprattutto i materiali tratti dagli archivi della Boston Public Library (Fondo Aldino Felicani, Sacco-Vanzetti Collection 1915-1977). Un manufatto espositivo realizzato con grande passione civile e che ha girato l’Italia grazie al sostegno delle istituzioni regionali (la Puglia e il Piemonte), che ha sollecitato dibattiti, studi, approfondimenti, ricerche, relazioni: il saggio introduttivo di Gianni Cerchia, quello di Lorenzo Tibaldo dedicato al rapporto tra il fascismo e il processo, l’analisi sull’ambiguo rapporto tra razza e identificazione etnica di Augusto Ferraiuolo (lecturer e visiting scholar presso la Boston University), gli studi sul Rhode Island di Caterina Sabino, l’intreccio tra vecchie e nuove migrazioni proposto a Torino da Eugenio Marino, l’intervento svolto a Bari da Vito Antonio Leuzzi. Un bagaglio di conoscenze e di riflessioni arricchite dagli scritti di Massimilano Amato con la sua analisi sulla vicenda processuale, di Francesco Di Legge sulle Little Italies negli anni 20 e 30 del Novecento, di Joe Moscaritolo della Fitchburg State College and University of Massachusetts e di James Pasto, Master Lecturer presso la Boston University. È sulla base di questo primo corpo di materiali che s’innestano poi le narrazioni sugli sviluppi successivi, in un paese come il nostro che cambia pelle, si modernizza, attraversa tragedie, talvolta s’incupisce o riscatta le proprie colpe quando meno te l’aspetti.

 

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